Classe: Ascomiceti
Sinonimo: Tuber albidum Pico
Nome volgare: Bianchetto - Marzuolo - Marzaiuolo
Carpoforo: dimensioni piccole e medie, in genere rotondeggiante; con peridio di colore più o meno biancastro. Può essere confuso con il Tuber magnatum, perché in origine si
presenta con le stesse caratteristiche, irregolare, liscio e di colore bianco sporco ma quando giunge a maturazione diventa più scuro.
Gleba: prima chiara poi diventa scura. L'odore è la caratteristica che lo contraddistingue dal tartufo bianco, perché se all'inizio è tenue e gradevole in un secondo tempo
diventa aglioso e nauseante.
Spore: gli aschi globosi contengono da una a tre spore bruno-ocracee con reticolo alveolare a maglie regolari e minute.
Relazione con l'ambiente vegetale circostante: fungo simbionte.
Commestibile, è abbastanza comune trovarlo ovunque vegeti il Tartufo Bianco. Molto diffuso sotto le pinete marittime . Si raccoglie da febbraio a marzo ma non è raro
incontrarlo in aprile.
Classe: Ascomiceti
Nome scientifico: Tuber magnatum Pico
Sinonimi: Tuber griseum - Tuber album
Nomi volgari: Tartufo d'Alba - Tartufo bianco - Tartufo del Piemonte
Carpoforo: 2-9 cm, globoso, irregolare, con depressioni superficiali, vellutato, ocra variabile.
Gleba: bianco giallastra, con venature; odore forte caratteristico.
Spore: ovali, alveolate.
Relazione con l'ambiente vegetale circostante: fungo simbionte.
Il nome deriva da "magnatus" (latino) = dei signori, per il prezzo elevato.
Interrato, nei boschi di latifoglie (fungo micorrizogeno delle querce). Fine estate - autunno-inverno.
Ottimo commestibile, come aggiunta aromatica.
Classe: Ascomiceti
Nome scientifico: Tuber mesentericum Vittadini
Nome volgare: Tartufo nero ordinario o Tartufo di Bagnoli; in Abruzzo è chiamato "tartufo all'acido fenico" per lo spiccato odore di fenolo che prevale su quello sulfureo.
Carpoforo: il colore del peridio è nero con verruche piccole, poligonali e depresse; forma globosa o poco lobata, con una più o meno ampia incavatura basale che in sezione
lo rende di aspetto reniforme.
Gleba: di colore giallastro o grigio-bruno, è solcata da venature bianche e ondulate. Emana un debole profumo.
Spore: bruno-giallastre ellittiche, grosse, imperfettamente alveolate riunite in 1-3 per asco.
Relazione con l'ambiente vegetale circostante: fungo simbionte.
Matura da settembre ai primi di maggio. In alcuni casi i carpofori hanno un profumo intenso e sgradevole che ricorda quello dello iodoformio; tale profumo è però molto volatile e si dissolve
facilmente durante l’utilizzo in cucina.
Classe: Ascomiceti
Nome scientifico: Tuber aestivum Vittadini
Nome volgare: Scorzone
Carpoforo: 2-10 cm, globoso più o meno regolare, con sezione quasi sempre reniforme, incavato alla base; peridio con verruche regolari, piramidali, generalmente con 5-7
spigoli; odore non molto forte, aromatico, da giovane, poi più pronunciato.
Gleba: prima bianca, poi gialla e giallo-bruna, a volte macchiata di rosso-porpora, compatta, con rete bianca fitta.
Classe: Ascomiceti
Nome scientifico: Tuber uncinatum Chatin
Nome volgare: Tartufo uncinato; in alcune parti d'Abruzzo viene chiamato anche "suareccio".
(da "uncinatum", per le creste membranose delle spore che appaiono conformate ad uncino).
Carpoforo: peridio o scorza verrucosa di colore nero, con verruche poco sviluppate.
Gleba: di colore nocciola scuro al cioccolato, con numerose venature ramificate chiare; profumo più forte e gradevole del Tuber aestivum e più marcato.
Spore: ellittiche, con reticolo ben pronunciato, ampiamente alveolate riunite in asco in numero fino a cinque, che presentano papille lunghe e ricurve ad uncino.
Il tartufo nero invernale (Tuber Brumale Vitt) detto anche moscato spesso viene confuso con il tartufo nero pregiato perchè condivide lo stesso habitat e vive in simbiosi con lo stesso tipo di piante. Ha una superficie di colore nero brunastro e leggermente verrucosa. La gleba è scura con venature biance. Il suo valore commerciale rispetto al tartufo nero pregiato è dimezzato. Profuma di noce moscata e cresce di solito sotto le latifoglie.
Nome scientifico TUBER BRUMALE VITT. e TUBER MOSCHATUM DE FERRY. Cresce nel periodo invernale, da Novembre fino a Marzo, in
simbiosi con latifoglie,(Quercus pubescens, Quercus cerris, Fagus silvatica, Ostrya carpinifolia e Corylusavellana) in terreno calcareo. Specie comune.
Carpoforo ipogeo, globoso, con dimensioni da una nocciola a quelle di un’arancia.
Peridio nero o nerastro-ferruginoso, ricoperto da verruche poligonali, piccole e
appiattite, depresse al centro.- Il tartufo brumale in
cucina: per il gusto deciso viene apprezzato soprattutto da chi ama i sapori forti.
- Come si riconosce: è simile al tartufo nero pregiato, da cui si differenzia soprattutto per i toni grigiastri della gleba, per le
venature più evidenti e il profumo forte, simile a quello della rapa. Esiste una varietà di tartufo brumale dallo spiccato odore di muschio, il cosiddetto tartufo moscato (Tuber brumale Vitt.
var.moschatum De Ferry), per il resto del tutto identica al brumale propriamente detto.
Gleba grigio-brunastra, quasi nera, solcata da vene biancastre, rade, larghe e labirintiformi.
Odore intenso e aromatico, persistente, che, secondo Vittadini, ricorda quello del
Cornus sanguinea, altri quello dolce. Sapore gradevole.
Aschi tondeggianti, non peduncolati, contenenti da 1 a 6 spore piuttosto piccole,
ellittiche, bruno-chiare, con lunghi aculei rigidi e acuminati.
Note:
Viene volgarmente chiamato tartufo nero invernale. La variante Moscato si distingue per un aroma fruttato che ricorda le fragole di
bosco. E’ una tipologia di Tartufo molto interessante e tutta da scoprire.
Tuber Rufum Pico: Fries
1823
Nome volgare: matta rossa.
Classe: Ascomycetes
Ordine: Pezizales
Famiglia: Tuberaceae
Genere:
Tuber
Carpoforo: di piccole dimensioni, da quella di una cariosside di mais a quella di una noce. Di forma globosa,
tuberiforme, spesso lobato.
Peridio: di colore molto variabile, dal giallo scuro al rossiccio, al bruno. E’ spesso e duro, aderente alla gleba (dalla quale è comunque nettamente distinguibile), munito di piccole verruche appiattite che gli conferiscono un aspetto ruvido.
Gleba: di consistenza cartilaginea, è dura e compatta. Il colore va dal grigio/giallognolo al fulvo/rossastro. Ha aspetto marmorizzato con vene sterili di colore biancastro/grigio/giallognolo molte volte traslucide che con andamento tortuoso raggiungono il peridio in più punti.
Aroma: odore acido nauseabondo, ricorda ad esempio quello della pasta inacidita.
Microscopia: aschi ellissoidali, piriformi, muniti di un caratteristico lungo peduncolo, contenenti comunemente 3 o 4 spore. Spore ellissoidali, non alveolare, di colore giallo – brunastro con episporio ornato da aculei sottili, fitti e dritti. Gli aschi misurano micron 60 – 80 x 50 – 60, le spore 24 – 30 x 16 – 24.
Habitat: è un tartufo ipogeo superficiale, ubiquitario, molto diffuso in Italia ed in tutta Europa in quasi ogni tipo di terreno, dai m 100 s.l.m. ai 1200 s.l..m. Vive in simbiosi sia con latifoglie (Carpino Nero, Querce, Faggio, Nocciolo) che con conifere (Pino d’Aleppo, Pino Nero).
Matura durante tutto l’anno.
Commestibilità: non commestibile, sia per l’aroma nauseabondo sia perché indigesto.
Osservazioni: il Tuber rufum è specie estremamente polimorfa per ciò che riguarda gli aspetti morfologici del
carpoforo, ma anche per la grande variabilità delle caratteristiche microscopiche.
Per tale motivo alcuni autori hanno descritto alcune entità subspecifiche (Montecchi e Sarasini 2000; Riousset L. e G. Chevalier e
Bardet. 2001). Anche se, ovviamente, non è specie commercializzabile in Italia, si rinvengono non di rado, in commercio, carpofori di questa specie frammisti fra quelli di specie pregiate.